La posizione della FSF sulla proposta del W3C circa la politica "royalty-free" (uso gratuito) sui Brevetti

25 Novembre 2002
(aggiornato il 4 Dicembre 2002)

 [immagine di uno Gnu filosofico]

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La nostra posizione

La Free Software Foundation, nella persona del consigliere dell'associazione per le questioni legali, il professor Eben Moglen della Columbia University Law School, ha partecipato al gruppo di lavoro del W3 Consortium sulla politica brevettuale da Novembre 2001 sino all'attuale bozza. La Fondazione ritiene l'attuale bozza conclusiva, che propone l'adozione di una politica sui brevetti senza oneri (royalty-free o RF), un passo significativo per proteggere il World Wide Web dagli standard gravati da brevetti. Ma la politica che è stata proposta non rappresenta, dal punto di vista della Fondazione, un risultato adeguato.

La politica proposta permette ai membri del W3C che partecipano ai gruppi tecnici di lavoro del W3 sui protocolli web, di far sì che i loro brevetti possano essere utilizzati senza pagamento di diritti da parte di chi implementa gli standard, ma permette di inserire delle restrizioni circa il settore di utilizzo. Queste restrizioni sarebbero incompatibili con la sezione 7 della Licenza Pubblica Generale GNU. Esse, in altre parole, impedirebbero alle implementazioni degli standard del W3C di essere Software Libero.

La sezione 7 della GNU GPL ha lo scopo di prevenire la distribuzione di programmi che sembrano essere liberi (perché sono rilasciati sotto una licenza che garantisce le libertà di utilizzo, copia, modifica e redistribuzione) ma che non possono di fatto essere modificati e redistribuiti a causa di restrizioni brevettuali nella licenza che limitano l'utilizzo di tali programmi ad uno specifico scopo. Anche se altre licenze libere possono non contenere disposizioni equivalenti alla sezione 7 della GPL, ciò non implica che i programmi rilasciati sotto tali licenze saranno Software Libero, se la possibilità di utilizzo dei brevetti (senza pagamento di diritti) contenuti negli standard è limitata ad un particolare settore di utilizzo.

Per esempio, i membri del W3 potrebbero inserire in uno standard dei brevetti che descrivano il comportamento di server web in grado di fornire una determinata funzionalità. Un programma libero che implementi questo standard potrebbe essere copiato per aggiungere funzionalità a dei navigatori web o a dei programmi non interattivi di accesso al web. Ma se, come l'attuale proposta di politica dei brevetti permette, il detentore del brevetto ha concesso l'uso senza oneri del proprio brevetto solo "al fine di implementare lo standard", il riutilizzo del codice nei navigatori web o in altri programmi potrebbe comunque far sorgere possibili problemi di violazione di brevetti.

Per questa ragione, la politica proposta non protegge effettivamente il diritto della comunità del Software Libero a partecipare pienamente all'implementazione e alla modifica degli standard del web. L'obbiettivo della nostra partecipazione nel W3C al processo di creazione di direttive non è stato raggiunto. La Fondazione invita tutti coloro che hanno a cuore che gli sviluppatori di Software Libero abbiano il diritto di implementare ogni futuro standard web, a inviare commenti al W3C, invitando quest'ultimo a modificare l'attuale politica in modo che sia proibita l'imposizione di restrizioni sul settore di utilizzo ai brevetti inseriti negli standard W3C. L'indirizzo a cui mandare tali commenti è <www-patentpolicy-comment@w3.org>. Il termine ultimo è fissato a martedì 31 dicembre 2002.

Un'ulteriore spiegazione non legale della nostra posizione

Molti membri della comunità hanno richiesto delle spiegazioni ulteriori sulle obiezioni dell'FSF alla politica brevettuale del W3C. Le specifichiamo di seguito.

L'obiezione della FSF è incentrata sulla sezione 3 della proposta di politica brevettuale del W3C. Il punto 3 di tale sezione dice che la licenza "royalty free" può «essere limitata all'implementazione della Raccomandazione e a ciò che costituisce un requisito dalla Raccomandazione». Ciò rappresenta una restrizione sul settore di utilizzo.

Il problema è l'interazione di questa restrizione sul settore di utilizzo con la sezione 7 della GPL. Secondo la sezione 7, la restrizione sul settore di utilizzo è una di quelle «condizioni imposte sul [distributore di software tutelato dalla GPL] che contraddicono le condizioni di questa licenza». Le condizioni della licenza GPL richiedono, per esempio, che coloro che ricevono distribuzioni di software tutelato dalla GPL abbiano il diritto di usare il programma per qualsiasi scopo (Sezione 0), il diritto di modificarlo per qualsiasi scopo (Sezione 2), ecc. Uno qualsiasi di questi scopi potrebbe voler dire utilizzare il brevetto al di là di quello che la restrizione sul settore di utilizzo permette.

Segue un esempio dettagliato, passo per passo, che mostra come questo problema potrebbe presentarsi:

  1. Il programmatore P scarica il navigatore web Konqueror, ricevendolo sotto le condizioni della GPL
  2. P viene a conoscenza di un nuovo standard web che richiede l'uso di una tecnica per interpretare gli URL brevettata dall'Azienda A. A permette l'uso del brevetto sotto una licenza non esclusiva senza oneri, ma con una restrizione sul settore di utilizzo secondo cui la licenza può essere usata per «implementare lo standard». Lo standard, si scopre, parla solo di ciò che i navigatori web debbono fare con gli URL, e non dice nulla circa la parte server o circa i client che non siano navigatori web controllati dall'utente.
  3. P implementa questa tecnica in Konqueror, e cerca di redistruibire la copia modificata dal suo sito web in modo che altri utenti possano beneficiare del fatto che Konqueror ora aderisce allo standard. Se lo fa, è vincolato dalla GPL e dalle leggi sul copyright, dato che sta redistribuendo una versione modificata.
  4. Tuttavia, egli è a piena conoscenza che sul codice vi è una condizione che contraddice la GPL (violando la sezione 7). Ovvero, egli sa che il brevetto di A proibisce di usare il suo codice per interpretare gli URL all'interno (per esempio) di un motore di ricerca. Quindi, secondo la sezione 7 della GPL, P non può redistribuire il programma.
  5. Potreste pensare che basti riassegnare il copyright di P al detentore del copyright di Konqueror, e lasciare che la distribuzione parta da lì. Il detentore originario del copyright potrebbe distribuire il programma sotto la GPL, ma la licenza diventerebbe contraddittoria. Non esiste (per quel che ne so io, ma non sono un legale) niente che proibisca a qualcuno di distribuire delle opere tutelate da copyright utilizzando licenze che non abbiano senso o siano contraddittorie. Tuttavia, è certamente vero che coloro che ricevono l'opera sono bloccati e non possono redistribuire ulteriormente l'opera e le loro modifiche ad essa.

Quindi, a prescindere da chi apporti le modifiche, il risultato è che o si blocca la redistribuzione o si obbliga lo sviluppatore originario ad abbandonare la GPL. Entrambi i risultati sono deplorevoli. Per questo motivo vi incoraggiamo a inviare i vostri commenti sull'ultima bozza del W3C.


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Aggiornato: $Date: 2005/05/05 19:37:16 $ $Author: novalis $